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Channel: Bile. non è satira, è peggio.  borsellino
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Falcone & Sbirulino

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(Corriere.it, 9 agosto 2011)

Parma, il parco cambia nome

i Vianello al posto dei giudici antimafia

 

parte la sigla di Blu Notte (di e con Carlo Lucarelli)

Questa è una brutta storia. Una storia nera con sfumature fucsia e verde pisello. Una storia italiana, insomma. Con sfumature verde pisello (questo è importante). Un parco di una famosa città emiliana, due coppie. Un uomo e una donna da una parte, due uomini dall’altra. Ma non ci sono auto parcheggiate e giochi di luce con i fari. Anzi, le auto ci sono ma sono saltate in aria, in un lampo di luce, tempo fa.

Ci sono misteri, nella storia d’Italia, che sembrano destinati a non avere mai soluzione. Sono quelli che coinvolgono ambienti diversi, diversi strati della società, diversi livelli, persone diverse, così che quando si comincia a scoprire qualcosa, a sollevare un angolo del tappeto che nasconde tutto, c’è sempre qualcuno, da un’altra parte, che quel tappeto te l’ha fatto comprare dicendoti – dai Carlo, ti ho detto che nel tuo studio ci vuole un tappeto. Guarda come si intona bene con le tende. – Quel tappeto però, oltre ad essermi costato quattromila euro, fa pure cagare e mi impedisce di girare per la stanza comodamente seduto sulla mia poltrona con le ruote. Ma questa è un’altra storia, non meno toccante e tragica.

Torniamo al parco. Avevamo lasciato lì le nostre coppie. Due coppie e un mistero inspiegabile. Se fosse un libro, infatti, sarebbe un best seller di Fabio Volo. Se fosse un film, sarebbe “Alex l’ariete”. Ma questo, purtroppo, non è un film. E il protagonista non è Alberto Tomba, anche se nella tomba, i protagonisti della nostra storia, ci sono finiti.

Spostiamoci adesso a Milano. Ospedale San Raffaele. C’è qualcosa di diverso nell’aria immobile e pesante. Un’aria gelida come durante una puntata di Zelig. Un odore aspro di letto metallico e candeggina economica. Un brivido elettrico che mostra una linea retta e si accompagna ad un suono costante. Tutti gli indizi lascerebbero pensare ad una normale cessazione delle funzioni vitali. Capita di continuo agli organismi biologici (per quanto una piccola parte di essi cerchi da secoli di aggirare il problema recitando oscure formule e tracciando strani simboli con le mani). Ma qualcosa non torna.

La morte di Raimondo Vianello è tutt’altro che un evento naturale come qualcuno si è impegnato a far credere. Lo sospetta subito sua moglie, Sandra Mondaini, la quale non si arrende e continua ad andare avanti pur sapendo che presto toccherà anche a lei.

Da li a poco tempo, infatti, la signora Sandra verrà trovata morta anch’essa in circostanze apparentemente normali, con indosso il suo famoso costume da Sbirulino.

Torniamo da Raimondo Vianello. L’avevamo lasciato intento a fare il cadavere all’ospedale San Raffaele. Ma c’è qualcosa di evidentemente sospetto. E non sono i conti del famoso policlinico. Raimondo giace disteso nel suo letto, con la stessa espressione basita e inebetita con la quale chiudeva ogni puntata di “Casa Vianello”. Sembra si sia spento serenamente. E invece no. C’è un particolare che non torna. Manca un oggetto. Un oggetto da sempre molto importante per Vianello. Nella camera non vi è nessuna traccia del giornale rosa che il comico portava sempre con sé e sul quale era solito annotare preziose informazioni come i numeri di telefono delle infermiere o altri più oscuri segreti. – Non si separava mai da quel giornale – ha sempre ripetuto la governante. Ecco, la governante è un pezzo importante di questo intricatissimo puzzle. Un puzzle che raffigura due gattini. Ma non sono due gattini normali. Si tratta infatti di due cuccioli di Khao Manee, una preziosa razza di gatti thailandese. Cosa c’entra tutto questo con la famiglia di flippini adottata dai coniugi Vianello? Assolutamente nulla. La governante, invece, è siciliana. Pare che sia stato Marcello Dell’Utri a presentarla alla coppia che da tempo cercava qualcuno che si occupasse di strigliare e portare al trotto il signor Raimondo.

Lasciamo per ora la governate e torniamo per un attimo alla signora Sandra. Ha da poco perso il marito. E’ sconvolta e comincia a temere per la sua morte. Ma non vuole darlo a vedere. Forse è per questo che decide di indossare il famoso costume di Sbirulino. Non lo faceva ormai da anni. L’ultima volta l’aveva indossato per gli spot elettorali di Berlusconi. Serviva un testimonial brioso e convincente per carpire la fiducia delle casalinghe di Voghera.

Doveva esplodere un’autobomba a Voghera. Ma quell’autobomba a Voghera non ci è mai arrivata perché è rimasta bloccata sulla Salerno-Reggio Calabria. Lo aveva rivelato la signora Sandra in un’intervista rilasciata pochi giorni prima di morire e mai andata in onda.

La governante, messa alle strette dagli inquirenti, ha successivamente rivelato che quell’autobomba doveva esplodere durante una cena di gala alla quale era stato invitato tutto il gotha della comicità italiana. Chi erano i mandanti di questa strage mancata resta tutt’ora un mistero. Chi c’è dietro la morte dei Vianello? Le frange deviate dei Servizi? Cosanostra? Pippo Franco? Sono tanti gli interrogativi che si aggrovigliano in questa brutta storia.

Ma adesso possiamo finalmente tornare al nostro parco nella città di Parma. Qualcuno si sta opponendo all’intitolazione a Sandra e Raimondo di questo parco. I soliti poteri forti vorrebbero mantenere il nome precedente, parco Falcone-Borsellino.

Tutti gli indizi sembrano portare verso la solita cospirazione all’italiana. La governante ne è convinta. – Qualcuno vuole ucciderli una seconda volta. Non è possibile, infatti, mettere a confronto due delle più coraggiose figure della televisione italiana, due simboli della lotta alla tristezza entrati nelle case di tutti gli italiani, due dei primissimi Paladini delle Libertà, con due semplici dipendenti pubblici, per giunta membri di una casta come quella dei magistrati, da sempre invidiosi dei personaggi di successo, tanto che stanno sempre lì ad intercettarli e a fare gossip coi nostri soldi. Due giudici che tralaltro sono decisamente sopravvalutati. Le loro vite, raccontate da varie fiction e film per la tv non hanno mai raggiunto i picchi di ascolto delle gag della Sandra e del Raimondo nazionali. –

Sono dichiarazioni forti. Parole scomode che forse faranno arrabbiare qualcuno. Qualcuno che potremmo chiamare mister X. O mister Y, perchĂŠ no. O anche mister

\log_a\sqrt[k]{x} = \frac{1}{k}\log_a(x).\,\!

Ma questa, forse, è un’altra storia.

 

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